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Come funziona ogni anno

A scadenza dell’anno vieni avvisato con u messaggio SMS (o via App OKVISUS) ed Email e invitato presso il centro ottico per fare la revisione dell’occhiale e il nuovo test visivo, quindi hai più di 4 libere opzioni, tra cui le principali sono:

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faq - Domane e risposte

Ogni innovazione porta con sé delle domande: ecco le risposte

Le Leggi della giovinezza visiva

Nella nostra vita occorre sempre considerare il piano fisico-materiale e il piano psichico-mentale, pertanto per una vista perfetta o migliore è intelligente agire su entrambi i piani.

Se dovessimo stilare un decalogo per la giovinezza visiva, potremmo dire:

  1. Consapevolezza delle nostre necessità e di quelle dei nostri occhi
  2. Alimentazione sana ed equilibrata
  3. Bere molta acqua
  4. Appena possibile luce ed aria aperta
  5. Movimento e attività fisica
  6. Impegnarsi in attività che ci appassionano
  7. Fare progetti ed utilizzare la nostra energia per trasformarli in realtà
  8. Leggere in condizioni di buona illuminazione
  9. Assumere una postura corretta alla scrivania, al computer o durante la lettura

Bimbi: disturbi visivi e campanelli d’allarme

I pediatri di Paidòss e della Simpe (Società italiana di medici pediatri) hanno stilato un elenco di campanelli d’allarme, cui i genitori devono prestare attenzione: potrebbero, infatti, segnalare la presenza di disturbi visivi. Occorre quindi recarsi dal pediatra o dallo specialistica se il bimbo:

  1. avvicina molto la testa al piano di lettura;
  2. strizza le palpebre o ha gli occhi arrossati a causa di un continuo sfregamento;
  3. prova fastidio alla luce;
  4. la sua testa è sempre reclinata da un lato mentre legge o studia;
  5. nelle foto presenta un riflesso bianco attorno all’occhio;
  6. ha gli occhi troppo grandi o troppo piccoli;
  7. ha una palpebra abbassata rispetto all’altra, l’iride irregolare nella forma o nel colore, o presenta scosse irregolari (nistagmo);
  8. ha occhi non correttamente allineati o in asse;
  9. ha un occhio apparentemente storto (segno di strabismo);
  10. strizza le palpebre per vedere meglio da lontano (per esempio quando guarda la televisione);
  11. ha le palpebre e le ciglia frequentemente ricoperte di secrezione.

FONTE: ilsole24ore.it – Pediatri di Paidòss e della Simpe (Società italiana di medici pediatri)

La Dopamina

Gli scienziati stanno provando a spiegare perché i nostri giovani hanno “tutti” bisogno di occhiali e una nuova suggestiva ipotesi da la colpa al fatto che trascorrono sempre meno tempo all’aria aperta, illuminati dalla luce naturale.

Diversi studi condotti anche sui pulcini hanno rafforzato l’impotesi che alla base di questo fenomeno vi sia l’azione della dopamina, un neurotrasmettitore prodotto nel cervello, cioà una sostanza che veicola l’informazione tra le cellule del sistema nervoso.

La luce naturale stimolerebbe il rilascio di dopamina nella retina e questo neurotrasmettitore arresterebbe l’allungamento dell’occhio durante lo sviluppo che negli esseri umani si completa nell’infanzia. In ambienti chiusi e meno illuminati, invece, il ciclo della dopamina va in tilt e l’occhio cresce più del dovuto.

Se poi a questo ci mettiamo che molti di noi stanno al computer molte ore in ambienti lavorativi che non hanno una grande profofondità di campo, o stanno sui libri con lampade artificiali sulla scrivania di casa, si intende perché molti iniziano ad avere necessità degli occhiali anche in età prematura.

Decimi e Diottrie

Il decimo: é l’unità di misura italiana dell’acutezza visiva, detta visus. durante le visite oculistiche il visus si valuta con test empirico di lettura a distanza di una tavola optometrica (Snellen o Ottotipo), formata da righe di simboli e lettere che hanno dimensioni descrescenti.

Con i decimi si indica il numero di righe della tavola che si è in grado i leggere. Per convenzione la visione di un occhio normale è stabilita in decimi, anche se un emmetrope medio supera facilmente gli 11/10

La diottria: è la misura del potere refrattivo dei una lente, cioè quanto essa devia i raggi luminosi e li fa convergere in un punto ad una certa distanza dal centro del sistema ottico, detta focale.

Nell’occhio umano il cristallino funziona come una lente che deve far convergere il raggi luminosi sulla retina. Se l’occhio è ad esempio miope, i raggi convergono davanti la retina e non sopra. per correggere il difetto si deve usare una lente divergente negativa (concava) che metta a fuoco l’immagine più indietro.

Miopia

La visione scientifica della miopia

La miopia è tra i difetti visivi in maggiore percentuale nelle culture civilizzate. Alcune ricerche rilevano che entro 10 anni un terzo della popolazione mondiale sarà miope.

L’occhio miope ha un difetto di rifrazione della luce, ovvero il fuoco non arriva alla retina e si vede sfocato a distanza e bene da vicino. La distanza di messa a fuoco dipende dall’intensità del difetto; più la miopia aumenta e più si avvicina la capacità di messa a fuoco, viceversa, meno miopia si ha e più si allontana la messa a fuoco.

Il difetto di rifrazione si può avere per varie ragioni, le più classiche sono:

  • Occhio troppo lungo, diottrie in eccesso nel bulbo (lunghezza assiale in eccesso)
  • Diottrie in eccesso nel cristallino (cristallino più spesso o ciliare in spasmo)
  • Miopia corneale, diottrie in eccesso nella cornea (cornea più spessa)

La visione olistica della miopia.

La muscolatura liscia è fortemente influenzata dai nostri stati d’animo, dalle nostre emozioni (la digestione che si blocca quando siamo in tensione, l’intestino rallenta le sue funzioni, a volte una palpebra trema, a volte anche le mani tremano quando l’individuo è soggetto a forti stati emotivi) e quindi la formazione della miopia sarebbe legata ad una tensione emozionale esercitata sui muscoli estrinseci dell’occhio che ne determinano l’allungamento.

I nostri muscoli manifestano nel fisico le nostre tensioni emotive e la miopia nella maggioranza dei casi è un aspetto di una situazione personale complessa in cui si associa una particolare tensione ai muscoli della zona cervicale, alle spalle, alla schiena, alle mascelle, e abitudini posturali particolari, come la tendenza ad incurvare le spalle soprattutto durante le attività sul vicino.

I profili psicologici parlano per i miopi di un maggior quoziente intellettivo, una maggiore introversione, più timidezza e maggiore ansia, anche se esistono anche miopi estroversi; a volte si confrontano con gli altri in modo aggressivo.

In ogni caso, pare che l’emozione bloccata a livello oculare sia per i miopi la paura e in particolare la paura del giudizio, la paura di essere inadeguati, ed ecco l’ansia, la timidezza, l’introversione in quanto paura di uscire allo scoperto, di mostrarsi, di essere visti, o, al contrario, la reazione che nega la paura e rende aggressivi. Infine, nei miopi si nota anche una mancanza di volonta incoscia – più o meno accentuata – di guardare il futuro.

Presbiopia

La visione scientifica della Presbiopia

La presbiopia è quella condizione visiva per la quale si fa fatica a vedere nitidamente a distanza ravvicinata. Statisticamente (ma non si può generalizzare per tutti) inizia intorno ai 45 anni e ce ne accorgiamo perché iniziamo a tendere le braccia per allontanare un libro o il giornale che stiamo leggendo, oppure quando ci rendiamo conto di avere ritardi di messa a fuoco nel passare dal lontano al vicino e viceversa.

Nella presbiopia si ha lo stesso effetto visivo dell’ipermetropia, ma la motivazione è differente.

Nell’ipermetropia la sfocatura sembra dovuta ad un bulbo oculare più corto, ma se l’accomodazione è buona riesce lo stesso a mettere a fuoco mentre per il presbite il problema meccanico sta nell’accomodazione, non riuscendo ad accomodare per via di un indurimento del cristallino (normalmente imputato all’età), non è più in grado di mettere a fuoco da vicino; quindi il suo bulbo oculare è normale, mentre è l’accomodazione a venir meno.

Si è però constatato che è possibile rallentare e migliorare, in una certa misura, questo difetto tramite degli esercizi di convergenza.

Occorre sapere che nell’accomodazione partecipano anche i muscoli estrinseci, è quindi probabile che con gli esercizi di convergenza si riesca a migliorare la convergenza e la fusione da vicino in modo da sopperire alla carenza di accomodazione del cristallino.

Utile nel miglioramento della presbiopia anche l’uso di occhiali stenopeici.

La visione olistica della Presbiopia

Come suddetto, con il passare degli anni si crea un irrigidimento del sistema legato, nel fisico, ad una sorta di “invecchiamento” della matrice del cristallino che diventa meno elastico; e allo stesso modo pare che avvenga anche a livello muscolare, un irrigidimento che è espressione fisiologica di un “irrigidimento della persona” che allontana da sé ciò che gli sta di fronte: la vita, il lavoro, la famiglia, fino anche la morte.

In pratica nasce, e con gli anni spesso si evolve, la difficoltà di vedere da vicino, che tradisce la necessità di allontanare da sé una quotidianità nei confronti della quale abbiamo ormai esaurito la nostra capacità di mediazione.

Ma soprattutto, come detto, vogliamo allontanare la morte, e lo facciamo spostando la nostra attenzione da ciò che è vicino a noi e da noi stessi per portarla lontano.

Vi è anche una importante componente legata alla nostra energia vitale: tutti i presbiti notano che possono vedere molto meglio quando sono nel pieno della loro energia, vivono con entusiasmo, si alimentano in modo corretto, oppure possono vedere molto peggio se non si sentono bene.

Astigmatismo

La visione scientifica dell’astigmatismo

L’astigmatismo è un difetto della vista (ametropia) che comporta una minore nitidezza visiva a causa di una deformazione della superficie dell’occhio (cornea) o di un’alterazione delle strutture interne del bulbo oculare. Ad esempio, le immagini di occhio astigmatico risultano poco definite poichè i raggi luminosi hanno due fuochi (davanti e dietro alla retina).

Nella normalità la cornea segue una curva regolare e rifrange ugualmente in ogni punto la luce che entra nell’occhio. Nell’astigmatismo la superficie anteriore della cornea è curvata di più in un senso che nell’ altro. Si parla di sezioni principali o anche di meridiani. In questo modo la cornea, p.e. nella sezione principale orizzontale, può presentare un raggio di curvatura più lungo che nella sezione principale verticale.

Nell’astigmatismo la cornea ha una forma più simile a un’ellisse che ad un cerchio (facendo un esempio di geometria piana e quindi della sezione dell’organo). Se la luce entra attraverso una tale cornea, la parte della luce rifratta a causa della superficie più curva, viene focalizzata prima dell’altra parte della luce che attraversa la superficie meno curva.

Ciò significa che esistono due fuochi per le varie zone della cornea – uno in un punto anteriore e uno più dietro. Visto complessivamente un punto nello spazio dell’oggetto non diventa un unico punto oppure un punto comune sulla retina. Se poi si aggiunge ancora una miopia o una ipermetropia molto probabilmente l’immagine del punto sulla retina sarà un’elisse sfocata.

La visione olistica dell’astigmatismo

Simbolicamente la persona astigmatica non sa decidersi, ha difficoltà ad operare delle scelte. A volte vorrebbe essere due persone per fare entrambe le scelte. Smarrimento rispetto a ciò che si vuole davvero oppure confusione rispetto a ciò che si prova davvero.

L’astigmatico vive uno stato di confusione tra ciò che prova e ciò che è meglio per convenzione sociale o familiare e quindi si adegua a queste situazioni non sue o per paura (astigmatismo miopico) o per rabbia per la propria inadeguatezza (astigmatismo ipermetropico)

Sono state descritte per l’astigmatismo cause accomodative, problemi legati alla convergenza, posture distorte, diversa pressione delle palpebre sulla superficie corneale…come per gli altri difetti rifrattivi, e ancor più rispetto agli altri, si tratta di ipotesi. Vi sono pure astigmatismi che nascono in età adulta in seguito ad eventi traumatici psichici, come vi fosse l’impossibilità di conciliare l’esperienza con ciò che dovrebbe essere. Ci si può anche sentire smarriti, non volendo vedere la vita per quello che è.

Ipermetropia

La visione scientifica dell’Ipermetropia

L’ipermetropia è il difetto opposto alla miopia. Nell’occhio ipermetrope il fuoco cade dietro alla retina e generalmente si vede male da vicino e bene da lontano, anche se nella pratica è diverso.

Fino ad un certo valore di ipermetropia, l’occhio è in grado di accomodare abbastanza da vedere bene ad ogni distanza, al massimo percepisce un leggero affaticamento guardando molto tempo vicino.

La causa tecnica del difetto di rifrazione ipermetropico si imputa solitamente ad una lunghezza assiale insufficiente (occhio troppo corto).

La correzione ipermetropica viene indicata con segno positivo (+). Questa correzione positiva va a compensare la mancanza di potere diottrico dell’occhio ipermetrope. Quindi un occhiale +2 va a compensare una mancanza diottrica di -2. Pertanto l’ipermetrope in realtà non ha troppe diottrie ma gliene mancano, mentre ha decimi in abbondanza.

Il fatto che l’ipermetrope abbia molti decimi mentre al miope mancano decimi, dipende dal fatto che l’eccesso di diottrie non può essere compensato con l’accomodazione, mentre la mancanza di diottrie viene compensata con l’accomodazione aumentando il potere diottrico dell’occhio (anche se scientificamente non si può generalizzare dicendo che è così per tutti gli ipermetropi).

La visione olistica dell’Ipermetropia

L’occhio ipermetrope è un occhio con caratteristiche infantili, più piccolo e corto del normale, sussistono tratti infantili della personalità. Di solito emerge la difficoltà di soffermarsi su ciò che è vicino, e quindi su se stessi, non ci si vuol confrontare con la propria profondità. L’ipermetrope prova spesso rabbia e senso di inadeguatezza e alcuni a seguito di ciò possono sviluppare sensi di colpa.

Per i ragazzi ipermetropi studiare può essere molto più faticoso rispetto ad altri compagni di classe. Anche qui si instaura a volte un circolo vizioso che può portare il ragazzo ipermetrope a rifiutare la lettura e lo studio, oltre alla relazione con se stesso. La fatica a soffermarsi su ciò che è vicino porta a volte all’ipercinesi, la necessità di muoversi in continuazione e non soffermarsi su nulla per non doversi sperimentare.

Ambliopia

Il termine ambliopia si riferisce ad un’incompleta maturazione del sistema visivo.

Ogni organismo vivente nasce con tutte le potenzialità evolutive ma non è detto che sempre e chiunque arrivi a svilupparle in maniera completa ed ottimale. Alla nascita non sappiamo camminare e non sappiamo parlare, allo stesso modo il processo della visione è ancora in fase evolutiva. Se, nel periodo plastico (quando il cervello apprende una attività) qualche problema ostacola la funzione dell’organo, la maturazione si interrompe o procede in maniera meno spedita e valida.

L’ambliopia, o occhio pigro, è una condizione in cui un occhio (monolaterale) , o, più raramente entrambi gli occhi (bilaterale) non raggiungono la capacità visiva attesa e, indipendentemente dall’uso di correzione ottica, la vista rimane subnormale.

In breve si può dire che dipende da un’alterata trasmissione del segnale nervoso tra l’occhio e il cervello per cui il cervello privilegia un occhio a causa della ridotta acuità visiva dell’altro.

Quanto più precocemente si interviene tanto prima e meglio se ne guarisce. Alla base dell’ambliopia frequentemente ci sono

  1. Difetti refrattivi (ipermetropia e astigmatismo in primis, miopia poi) che, trasferendo una immagine meno nitida alla corteccia cerebrale, impediscono il normale sviluppo delle cellule cerebrali che sono deputate alla visione.
  2. Strabismo porta ad una rivalità tra le due immagini retiniche, e finisce per costringere il cervello a sopprimere uno dei canali visivi. Lo strabismo è un anomalo allineamento degli occhi, provocato da un difetto dei meccanismi neuro-muscolari che ne controllano i movimenti
  3. Anisometropia, cioè una differente rifrazione tra i due occhi
  4. Cataratta congenita e ptosi palpebrale

Si considera Ambliope un occhio che abbia MINIMO una differenza di 3/10 rispetto all’altro (non correggibile nemmeno con delle lenti), oppure nell’occhio pigro un visus inferiore ai 3/10. Ne è “affetto” (non è una malattia) circa il 2% di tutta la popolazione e il 4-5% dei bambini; essa è considerata una delle prime cause di deficit visivo nei giovani sotto i 20 anni. Una diagnosi precoce può, nella maggioranza dei casi, prevenire difetti permanenti.

I segnali e i sintomi dell’occhio pigro sono molto raramente riferiti dal paziente perché è spesso troppo piccolo per denunciare una vista inferiore in un occhio rispetto all’altro. E’ per questo motivo che si raccomanda di effettuare una prima visita oculistica al bambino, anche in assenza di sintomi, entro i 3-4 anni di età.

Strabismo

Si tratta di una deviazione di uno o entrambi gli occhi rispetto al punto di fissazione (gli assi visivi non sono, quindi, diretti verso lo stesso punto dello spazio) e viene distinto a seconda della direzione di tale deviazione:

  • Strabismo convergente (l’occhio è deviato verso l’interno)
  • Strabismo divergente (l’occhio è deviato verso l’esterno)
  • Strabismo verticale (l’occhio è deviato verso l’alto o il basso).

Lo strabismo, inoltre, può essere congenito, o ad insorgenza precoce o tardiva (acquisito),costante o intermittente (la deviazione è presente solo in alcuni momenti della giornata), monolaterale (interessa sempre e solo un occhio) o alternante (interessa i due occhi alternativamente).

Lo strabismo determina una fastidiosa visione doppia (Diplopia). Il cervello tende, quindi, ad escludere, o per meglio dire a sopprimere, le informazioni provenienti dall’occhio strabico perché creano confusione. Se la soppressione è costante, l’occhio deviato non viene utilizzato, non sviluppa o perde l’acuità visiva, fino a generare un’ambliopia (forma duratura di debolezza visiva per cui un occhio, anche se anatomicamente normale o corretto da occhiali, non è in grado di vedere bene), che col tempo può diventare irreversibile.

L’ambliopia può insorgere anche in presenza di microstrabismo, cioè quando l’angolo di deviazione è molto piccolo: in questo caso gli oggetti non vengono visti doppi, anzi il paziente presenta una fusione binoculare ed una stereopsi (visione stereoscopica, in 3D), grazie all’instaurarsi di una corrispondenza retinica anomala, una sorta di collaborazione tra la fovea dell’occhio sano ed una zona della retina dell’occhio deviato molto vicina alla fovea, ma con capacità visiva inferiore.-

Per allineare entrambi gli occhi in modo coordinato e metterli a fuoco su un unico obiettivo, dev’essere garantito il corretto funzionamento di:

  • Muscoli oculari;
  • Nervi cranici (vie nervose che trasmettono le informazioni ai muscoli);
  • Centri cerebrali superiori (parte del cervello che controlla il movimento degli occhi).

Daltonismo

Il daltonismo è una condizione in cui si ha un’alterata percezione dei colori. Più precisamente si distingue in:

  • Acromatopsia: deficit di visione di tutti e tre i colori primari (rosso, verde e blu);
  • Discromatopsie: deficit di visione di uno dei tre colori primari.

Più in particolare si ha:

  • Protanopia (insensibilità) e protanomalia (scarsa sensibilità) al rosso;
  • Deuteranopia (insensibilità) e deuteranomalia (scarsa sensibilità) al verde;
  • Tritanopia (insensibilità) e tritanomalia (scarsa sensibilità) al blu e giallo.

I soggetti affetti da acromatopsia hanno una visione monocromatica (ossia vedono un solo colore), mentre coloro che sono colpiti da protanopia, deuteranopia o tritanopia hanno una visione bicromatica (vedono solo due colori) poiché non percepiscono uno dei tre colori primari (ossia non vedono il rosso oppure il verde o il blu).

Come si esegue la diagnosi?

La diagnosi viene eseguita mediante un esame cromatico del riconoscimento dei colori. Spesso vengono utilizzate le tavole di Ishihara* (tavole numeriche disegnate per eseguire un test rapido nel riconoscimento dei colori) oppure, per approfondire maggiormente, si può effettuare il test di Farnsworth, che consiste nel mettere nella corretta successione tonale una serie di colori.

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